Sulla donna nella chiesa. Il pensiero di due profeti del nostro tempo.

 

“Nel nostro mondo le diseguaglianze sono sconcertanti e crudeli. Ed è doveroso constatare che una causa principale di esse è il governo della chiesa cattolica. Ancora oggi la chiesa ha una visione tolemaica di sé stessa. Si ritiene l’essere assoluto che opera con l’infallibilità di Dio. “Extra Ecclesiam nulla salus” La disuguaglianza radicale, che la chiesa mantiene come un dogma di fede, è quella delle donne rispetto agli uomini. E con questo criterio di condotta la chiesa si rende antie-vangelica. Gesù non solo ha sempre parlato bene delle donne, ma tutto il Vangelo dà la percezione che Gesù abbia consegnato a esse il compito di comporre la comunità dei discepoli di Cristo. (…) Ho la convinzione che la chiesa non potrà mai essere chiesa di Cristo se la donna non viene liberata dalla sua subalternità per diventare la costruttrice responsabile della casa-chiesa alla pari degli uomini”.

Raffaele Nogaro, Vescovo Emerito di Caserta (in Oggi è necessario Liberare Gesù, Caserta, 2023 , Pro Manuscripto, pp. 17;30)

 

“Non è un particolare, è un dato molto importante per capire il Vangelo: la presenza delle donne nella vita di Gesù. Donne con esperienze difficili alle spalle, di provenienza diversa e status sociale diverso. Gesù nella sua vita ha avuto molti conflitti, conflitti che sono andati crescendo. Lui è stato molto duro in molto espressioni: dai farisei a Pietro che arriva perfino a chiamare “satana”.  Solo ad una categoria di persone non ha mai rivolto parole forti, solo con una non ha avuto confronti duri: le donne. Loro lo hanno accompagnato. Sempre. Fino alla morte. Le uniche a non scappare. Le uniche a restare quando tutti gli uomini erano fuggiti. Le prime ad accogliere la realtà della resurrezione. Ripeto: non è un particolare. Nella cornice del suo tempo e della sua comunità è una vera rivoluzione. Una rivoluzione a cui la chiesa non è stata fedele”.

 

José Maria Castillo (archivio dell’autore, 28 dicembre 2022)